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TEATRO MODERNO
Programmazione

Il teatro ritrovato

Ho accolto con molto entusiasmo l'incarico di occuparmi del progetto del Teatro Moderno, anche se la prima volta che lo ho visitato sono rimasta impressionata dalle dimensioni e dalla portata di tale spazio rispetto alla realtà urbana in cui sorge, mi è parso enorme, quasi monumentale, dimensionato per una grande città, ma in realtà mi è bastato pensare che nell'epoca in cui questo Teatro è nato, diverse erano le abitudini e lo stile di vita della gente. Era un'epoca in cui si restava meno a casa a guardare la televisione, si usciva in piazza, si riempivano i cinema e i teatri.

CENNI STORICI: L'ARCHITETTO LOCATELLI

Era il 1964 quando a Fusignano fu costruito il Teatro Moderno, su progetto dell'architetto faentino Arturo Locatelli, il quale aveva realizzato a Fusignano anche l'Asilo Parrocchiale nel 1956. Fu attivo nel dopoguerra, pittore, scultore e insegnante, Locatelli si dedicò profondamente all'architettura e all'urbanistica, dalla piccola alla grande scala con progetti di design, case private, condomini, edifici di culto, scuole, impianti speciali e, non da ultimo, con il suo impegno politico nel Comune di Faenza. Locatelli fu sempre interessato alla sperimentazione di nuove tecnologie e di nuovi materiali che impiegava prima di tutto nelle opere scultoree. Proprio nella scultura si possono leggere le sue riflessioni sull'uso dei materiali, dei pieni e dei vuoti, alla cui composizione attribuiva una valenza metafisica riconoscibile anche nel Monumento a ricordo di tutte le vittime del Fascismo, realizzato a Carrara nel 1978.

Queste stesse riflessioni riverberano in molti suoi progetti che per scelte compositive ed estetiche hanno anticipato le tendenze successive. In questo senso la portata dell'opera di Locatelli è stata a lungo ignorata e spero che la riapertura di questo Teatro ne comporterà una positiva riscoperta. Molti sono gli aspetti interessanti e all'avanguardia per quei tempi, che caratterizzano anche questo Teatro; basti pensare alla scelta di costruire in calcestruzzo armato a vista, all'inserimento di ampie vetrate, alla ricerca compositiva della facciata costruita su un equilibrio di pieni e vuoti tra cemento e vetro, al disegno dei pilastri interni e della pensilina sagomata in cemento sull'ingresso laterale, alla capacità di controllare il progetto a grande scala e nei più piccoli dettagli, come il disegno delle lampade in rame che completavano la raffinatezza dell'ingresso laterale. Questi sono solo alcuni degli elementi che rendono questo Teatro una delle opere architettoniche più felici realizzate nel dopoguerra nel nostro territorio e soprattutto più ricche di idee e soluzioni sperimentali: edificio ancora più prezioso se si pensa allo scempio che caratterizzò troppo frequentemente l'architettura e l'urbanistica degli anni '60 e '70, ad opera di tecnici ed enti pubblici che intervenivano malamente nei contesti esistenti, come ahimé ancora oggi mostrano molte delle nostre tristi realtà urbane.

ARCH. MANUELA MARANI E IL NUOVO CINEMA-TAETRO

Pertanto mi sono posta in una posizione di rispetto e stima di quanto fu ben realizzato dall'Arch. Locatelli, poiché credo che quando si interviene in un contesto architettonico esistente occorra conservare e valorizzare gli aspetti interessanti, anziché imporre nuove idee solo per un desiderio di protagonismo personale. Innanzitutto il mio intento è stato quello di far emergere il lavoro svolto da Locatelli e di migliorarlo rendendolo idoneo ai nuovi bisogni e alle nuove esigenze funzionali.

L'intervento più consistente riguarda l'accesso al Teatro: infatti dal punto di vista funzionale il progetto di Locatelli è stato modificato spostando l'ingresso sul fronte e separando nettamente gli spazi del Teatro da quelli del ricreatorio, per creare un ambiente adeguato ad accogliere e gestire al meglio la presenza e i percorsi degli utenti. Il nuovo ingresso è caratterizzato dalla presenza di una luminosa vetrata inclinata, tale da ampliare lo spazio esterno di sosta delle persone e favorirne l'entrata e dal prolungamento del controsoffitto interno, per proiettarsi all'esterno e creare una pensilina di protezione dello spazio di accesso.

nche il soppalco esistente al piano intermedio è stato conservato e collegato alle rampe di accesso alla sala per accogliervi il foyer attrezzato con un spazio bar, volutamente separato dalla hall, per creare uno spazio di conversazione e incontro sociale adeguato ed evitare un eccessivo affollamento al pian terreno.

Principalmente si è provveduto all'adeguamento tecnologico e impiantistico, nel rispetto delle normative attuali, in particolare riguardo alla normativa antincendio e al miglioramento degli aspetti acustici, oltre che al rinnovamento delle finiture.

La volontà di valorizzare il progetto realizzato da Locatelli ritorna anche in termini estetici, come ad esempio nel fronte principale, dove la muratura piena nella parte terminale del prospetto diventa uno spazio di comunicazione, una pagina bianca su cui scrivere un messaggio rivolto ai fruitori del Teatro, alle persone che passano ogni giorno sul Corso e all' intera comunità di Fusignano, una superficie su cui potranno essere proiettate immagini e parole, cambiando di volta in volta temi e contenuti. Allo stesso modo la successione delle finestrature all'altezza del nuovo bar viene evidenziata dall'illuminazione colorata retrostante, anch'essa con effetti mutevoli, a seconda degli eventi organizzati all'interno.

Inoltre molto importante è stato il lavoro svolto per adeguare il Teatro alle esigenze di accessibilità e fruibilità anche da parte di persone disabili, sia come artisti sul palco che come spettatori, ritenendo che l' eliminazione delle barriere architettoniche porti con sé un miglioramento del progetto, quale più alto livello di qualità dello spazio. Credo che progettare in maniera accessibile voglia dire soprattutto rendere l'ambiente sicuro, e confortevole, a prescindere dall' età dei fruitori, se adulti o bambini e dalla loro capacità e condizione psicofisica, perché progettare per coloro che si trovano nella condizione di svantaggio maggiore non può che avere una ricaduta positiva anche sugli individui che si trovano in condizioni normali. Al contrario succede troppo spesso di constatare che la realizzazione di spazi per utenti disabili rende i manufatti antiestetici e più appariscenti proprio per la loro bruttezza, come a voler evidenziare che sono stati realizzati perché imposti dalla legge e non integrati al progetto complessivo.

Anche per quanto riguarda le finiture, la mia intenzione è stata quella di valorizzare l'esistente, conservando le riquadrature della boiserie presente nella sala, semplicemente rivedendone la geometria nella parte inferiore sia delle pareti perimetrali che della nuova torre regia e della parete adiacente e ritinteggiandole con un gioco di tonalità, più chiare e più scure. Infatti, ho prestato particolare attenzione anche al colore, cercando per ogni elemento la tonalità più idonea, per le pareti, le sedute, il rivestimento dei pilastri, i controsoffitti e gli arredi, scegliendo i toni chiari e caldi del beige e del legno, accostato al verde, al grigio e al nero, per creare un equilibrio cromatico piacevole e luminoso.

Sarà ogni singolo fruitore di questo Teatro a scoprire personalmente il senso del mio intervento, con il proprio gusto, con le proprie emozioni e con la propria storia personale, trattandosi di un edificio esistente a Fusignano da ormai quasi cinquant'anni, all'interno del quale sono passate tante generazioni e ancora molte altre passeranno, ora che il Teatro riapre. Vorrei trasferire a tutti coloro che frequenteranno questo Teatro l'entusiasmo con cui ho intrapreso questo difficile ma ambizioso progetto, affinché possa rappresentare veramente una risorsa sociale, un'occasione per tutti i cittadini, perché possano farne un luogo di incontro, di divertimento e di riflessione, di confronto e di crescita personale.

Interpretando anche le intenzioni dell'Arch. Locatelli, credo che la missione più profonda dell'architettura sia di poter cambiare lo stile di vita delle persone, migliorandone la vita stessa ed è ciò che auguro a questa città, ai bambini delle scuole che lo utilizzeranno e a tutti coloro che lo frequenteranno.

Arch. Manuela Marani

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