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TEATRO MODERNO
Programmazione

Musica in rete, progetto provinciale: Lo splendore del 700. Il belcanto

Venerdì 23 novembre 2012 alle 21:00


Una ventata di Aria buona
G.F.Handel - Arie dal 'Rinaldo'
C.W.Gluck - Arie dall' 'Ezio'
W.A.Mozart - Arie da 'Così fan tutte'
Marta Calcaterra soprano
Leonardo Cortellazzi tenore
'La Grande Orchestra'
Nicola Valentini direttore

Nata in seno alla Scuola Grande di San Filippo, 'La Grande Orchestr'a è una giovane compagine che attinge dalle migliori risorse artistiche del territorio, e si fonda sulla ricerca e sullo sviluppo delle capacità espressive dei propri musicisti, nella prospettiva del pieno raggiungimento di una maturità umana ed artistica.

Autentico strumento di promozione culturale, la Scuola Grande di San Filippo, oltre ad occuparsi di formazione, sostiene e diffonde fin dalla sua nascita proposte musicali ed artistiche che esprimono una reale preoccupazione educativa, un particolare approfondimento culturale, una tensione al recupero della tradizione. La Grande Orchestra è piena espressione di questo compito e di questo spirito, essendo soggetto attivo del Corso di Direzione d'Orchestra che la Scuola Grande ha inaugurato a Faenza nel 2011.

Il debutto dell'Orchestra, nel dicembre 2010, ha visto il giovane direttore ravennate Nicola Valentini condurre un programma di alto livello, dedicato alle Sinfonie di Mendelssohn, Mozart e Schubert, e andato in scena con grande successo presso il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza e il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara.

 

Nicola Valentini

Come è avvenuto il suo primo incontro con la musica, e come ha scelto di intraprendere lo studio del violoncello prima e della direzione poi?

Francamente non ricordo il mio "primo  incontro" con la musica perché, al contrario,  non riesco a trovare nella mia memoria di bambino anche una piccola situazione dove essa non sia presente. Ovviamente questo è imputabile al fatto che mio padre mi faceva ascoltare Mozart quando ero ancora nella culla. Ricordo bene le lezioni di violino all'età di 3-4 anni, le giornate passate nel garage di casa a studiare batteria e percussioni durante le elementari e poi i primi viaggi all'estero con Accademia Bizantina negli anni delle medie.

Ecco, sicuramente questo è stato l'incontro che mi ha cambiato la vita, quando a 11 anni ho conosciuto Ottavio Dantone e ho iniziato a seguire il suo lavoro da molto vicino. Mi sono appassionato alla musica barocca e intrapreso lo studio del violoncello. Per quanto riguarda invece l"idea" di fare il direttore, beh...questa è cosa che nasce dentro il tuo animo, non la puoi descrivere, non si può analizzare, senti semplicemente una vocina che ti indica quale sarà la tua strada e, di conseguenza, cerchi di verificare nel corso degli anni se quello che senti dentro è solo un desiderio o, più profondamente, la tua vocazione.

Talento, eleganza, determinazione e... Un debole per il teatro d'opera settecentesco: quali aspetti di questo particolare periodo e genere musicale la appassionano di più? Crede che nel 2012 la musica dell'epoca possa ancora essere capita e apprezzata?

Il teatro d'opera è l'espressione più umana della musica. Questa non è una semplice banalità, ma la costatazione di un dato di fatto. Infatti nell'opera ritroviamo storie umane di passioni, guerre, tradimenti, amori che vengono non solo tradotte in musica, ma amplificate e arricchite da questa forma di linguaggio non verbale. La musica, il testo, l'azione sul palcoscenico si fondono in un unico potentissimo mezzo comunicativo, capace di stimolare tutti i sensi dell'attento ascoltatore.

Ovviamente per veicolare il messaggio verso il pubblico di oggi occorre conoscere perfettamente i codici e le strutture musicali e linguistiche che regnavano all'epoca e avere il coraggio di riproporle sotto una veste autentica ma allo stesso tempo rinnovata. I tempi sono cambiati, ma l'uomo è sempre lo stesso: la cosa più appassionante e divertente di un dramma musicale settecentesco è proprio scoprire quanto sono attuali le problematiche e le vicende dei personaggi che vengono narrate.

Tra tutte le esperienze di direzione, quale concerto ricorda con maggiore emozione e perché?

Lo scorso luglio ho diretto la mia prima opera allo Staatstheatre Oper di Norimberga in Germania. Devo confessare che durante i concerti o le rappresentazioni non sono mai agitato, teso o nervoso e infatti, anche in questo caso, nonostante fosse la prima volta che dirigevo in un teatro così importante e per di più un'opera intera, non ho tradito emozioni, almeno fino all'ultima recita....

Infatti all'ultimo spettacolo sapevo bene che in sala ad ascoltarmi ci sarebbe stato il mio maestro Ottavio Dantone, e, assicuro, quello è stato il mio concerto più difficile!

28 anni a settembre, ma già musicista d'esperienza e ormai prossimo a suggellare il percorso di Direttore d'Orchestra con il titolo di Diploma finale. Valentini, avrebbe mai pensato 10 anni fa di arrivare fin qui? E dove si vede tra 10 anni?

Sicuramente se guardo al passato, anche  quello più prossimo, non avrei mai immaginato di arrivare così presto fin "qui", ma il punto è dove uno pone il  proprio "qui".

Al mio "qui" non ci sono di certo arrivato ora, anzi sono solo all'inizio della strada che porta al mio "qui", proposizione di luogo che non ho ancora definito, perché se provassi a vedermi ora tra 10 anni metterei automaticamente un freno alla realtà, che come ho sperimentato io stesso, supera sempre la mia fantasia. Per ora continuo il mio studio matto e disperatissimo e poi....come dice sempre uno dei miei più cari amici: "Si vedrà, si vedrà..." 
Gemma Galfano

 

Zamora

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