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Una prima osservazione sui lavori di ristrutturazione: non hanno riguardato il Ricreatorio.
Molti si aspettavano forse di vedere rinnovati anche questi spazi, dove in realtà sono stati solo rifatti i bagni.
In questo caso le scelte su come poter utilizzare l’ex Ricreatorio non erano ancora mature e per questo si è deciso di aspettare.
Più in generale, per quanto riguarda i lavori fatti, bisogna innanzitutto ricordare che il Teatro fu chiuso perché non più conforme alla normativa in materia di prevenzione incendi, normativa in continua evoluzione che portò alla necessità di una serie di interventi di “miglioramento”.
Di fronte ad alcune circostanziate richieste da parte del comando Provinciale dei Vigili del fuoco il parroco di allora giudicò la spesa non sostenibile e per questo l'agibilità del Teatro decadde. Era il 1994.
Sul momento in pochi capirono veramente cosa fosse successo e che cosa avrebbe comportato quella scelta.
Dopo la revoca dell'agibilità, per riaprire il Teatro non sarebbe più bastato migliorarne la sicurezza, ma era diventato necessario “adeguarlo” alle nuove leggi, il che avrebbe comportato moltissimi interventi, tra cui: una totale separazione dal Ricreatorio, la sostituzione di tutti i materiali infiammabili, sedie comprese, il totale rifacimento degli impianti, la messa in sicurezza dei parapetti e di altri elementi strutturali, l'eliminazione delle barriere architettoniche, così da rendere la sala accessibile anche a persone con ridotte capacità motorie e la realizzazione di nuovi servizi igienici accessibili.
A questi si dovevano aggiungere altri interventi di dettaglio, relativi ad esempio all'adeguamento della rete fognaria e alla sostituzione degli infissi. Non aver provveduto a piccoli interventi correttivi nel 1994 ha quindi comportato la necessità del lavoro che è stato realizzato nell’ultimo anno.
Pur avendo ricevuto direttamente l’incarico di occuparmi del progetto e dei lavori del Teatro ho ritenuto fin da subito necessaria la creazione di un gruppo di progettazione che fosse all’altezza delle aspettative di tutti: doveva quindi necessariamente essere di altissima qualità.
E così l'Arch. Manuela Marani ha definito il progetto architettonico, il P.I. Marco Samorini il progetto degli impianti elettrici, il P.I. Paolo Ghini quello degli impianti termici; l'arch. Giuseppe Chiesa si è occupato della sicurezza di cantiere, l'ing. Alberto Valenti del collaudo statico, l'ing. Alfio Francesconi della prevenzione incendi e io del progetto strutturale, del progetto acustico e più in generale della gestione e del coordinamento tra i professionisti e le imprese.
Tutti avevano avuto come input quello di realizzare uno spazio bello, funzionale, teconologicamente all’avanguardia, adeguato alle esigenze e alle “intemperanze” dei ragazzi, ma con un contenimento massimo dei costi, con la convinzione che la forza di un progetto stia nell'idea attorno alla quale esso si sviluppa, non già nella scelta di finiture, materiali o arredi più o meno costosi.
Questa convinzione è risultata a maggior ragione importante per il progetto di ristrutturazione del Teatro Moderno. Il fatto che la Parrocchia avesse una buona disponibilità economica non ci ha distolto dalla necessità utilizzare tali risorse solo per lo stretto indispensabile. Per questo motivo tutti gli interventi sono stati progettati all'insegna del miglior rapporto qualità-prezzo.
Ing. Alessandro Placci